Leggenda di sant'Alessio

Gli elementi in comune delle storie dei due santi hanno reso i racconti sovrapposti, ma in modo tale che alla fine si afferma la vicenda del secondo, che fa da base alla leggenda di sant’Alessio, documentata in Occidente non prima del secolo 10°. In essa si combinano in felice fusione tanti elementi: storici e fantasiosi, religiosi e profani, popolari e aristocratici, romani e orientali. Perno del racconto è, oltre Roma, Edessa, città della Siria nella quale già nel 5° secolo è diffusa la storia di un “uomo di Dio” che ha tratti simili a quella di sant’Alessio e a cui sono imparentati analoghi edificanti racconti, in diverse parti dell’Oriente cristiano. La trama della leggenda di sant’Alessio si apre e si chiude sull’Aventino, proponendo la testimonianza storica dei rapporti, dal 5° al 10° secolo, che si mantengono tra Roma e Oriente con le attività che si svolgono sopra e sotto il colle, lungo il Tevere. 

La leggenda in forma matura racconta le cose così: dalla casa di Eufemiano, ricco residente dell’Aventino, il figlio Alessio, sentendosi chiamato a una vita di pietà, si allontana proprio la sera delle nozze contratte con una nobile giovane, e si reca ad Edessa. Dopo 17 anni, provando disagio per la popolarità acquistata con la sua vita santa, si fa di nuovo pellegrino in cerca di un altro luogo di penitenza, che sarà la casa paterna di Roma, dove vive per altri 17 anni, non riconosciuto, servo tra i servi, dormendo in un sottoscala. Alla sua morte accorre tanta gente, chiamata da un miracoloso suono di campane: nella sua mano il Papa trova uno scritto che ne illustra la vita. La leggenda di sant’Alessio si diffonde dovunque in Occidente e dà origine a opere artistiche di tutto rispetto. In Francia con la Vita di sant’Alessio, poema di Thibaud, si fa cominciare nell’11° secolo la letteratura francese in lingua volgare d’oil. 

In Italia nel 13° secolo si danno della leggenda rielaborazioni pregevoli, per esempio da parte di Jacopo da Varagine nella Legenda aurea e di Domenico Cavalca nella sua Vita dei padri. Si hanno anche sacre rappresentazioni, riprodotte per secoli, sia in ambiti popolari che in sedi prestigiose. Celebre è il dramma spirituale Il Sant’Alessio allestito nel palazzo Barberini alle quattro Fontane dal cardinal Francesco Barberini, su libretto di Giulio Rospigliosi (poi papa Clemente IX), con musica di Stefano Landi e scene eseguite da Pietro da Cortona, nel 1632. Nel campo figurativo l’intera vicenda di sant’Alessio è disponibile in un’interessante sequenza nella basilica inferiore di san Clemente a Roma (seconda metà del secolo 2°. Figura ed episodi della vita di sant’Alessio sono soggetto non raro della scultura e della pittura italiana. Nel calendario sant’Alessio è ricordato il 17 luglio.

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